HOMI Fashion&Jewels Exhibition si interroga sul futuro del bijou e dell’accessorio moda: overview del settore e outlook

Milano Fashion&Jewels


22-25 febbraio 2025
fieramilano, Rho

News

HOMI Fashion&Jewels Exhibition si interroga sul futuro del bijou e dell’accessorio moda: overview del settore e outlook

C’è il digitale nel futuro dell’accessorio moda e del gioiello e, naturalmente, in quello delle fiere: il perché, va da sé, è tutto da ricercare nell’emergenza sanitaria che ha reso difficili gli spostamenti, sia verso i negozi che nelle manifestazioni più importanti. Ma la vitalità endemica del settore non si è lasciata scoraggiare ed è sempre più proiettata verso nuove alternative che si affiancano agli strumenti tradizionali.

 

Secondo l’Istat, l’e-commerce ha registrato una crescita del +28,5% nei primi sette mesi dell’anno. Il canale e-commerce è esploso durante il lockdown e continuerà a dare linfa vitale al business raggiungendo livelli ben più alti rispetto al periodo pre-pandemia. Dati Netcomm ci dicono che il 75% degli acquirenti da siti di e-commerce non lo aveva mai fatto prima dell’emergenza. E quest’ultimo dato suggerisce che una percentuale delle vendite off line potrebbe migrare permanentemente verso il digitale.

 

La digitalizzazione ha cambiato il comportamento di acquisto dei consumatori, questo è stato influenzato particolarmente dai social, sui quali in futuro sarà necessario investire sempre di più. La forza del digitale deve però integrarsi opportunatamente con il reale, e soprattutto nel contesto fiere è necessario salvaguardare e coltivare i valori umani, che rimangono centrali.

 

Ma non solo. Per restare competitivi bisogna essere sostenibili e questo si traduce in una filiera più responsabile e in un maggior valore riconosciuto alla tradizione artigianale.  La crisi ha messo in evidenza il legame diretto tra ambiente e salute portando istituzioni, aziende e singoli individui a cambiare mentalità. Il fattore “protezione” ha stimolato una serie di domande nei consumatori, che vogliono sapere cosa indossano, se possono fidarsi . Le aziende si stanno muovendo verso un nuovo modo di produrre, di creare, di fare industria attraverso una maggiore fidelizzazione del consumatore permettendo di sapere come è stato realizzato un prodotto, un capo di abbigliamento, ovvero garantendo  la trasparenza e la tracciabilità della filiera.

 

Il reshoring sarà il cambiamento strutturale più rilevante nel mondo post COVID-19. Si tratta di una tendenza già in atto da tempo e sembra adesso un processo ormai inevitabile sebbene costoso. In Italia, il tema del reshoring è molto sentito ad esempio nel mondo della moda, sia per avere una supply chain corta (più semplice da controllare e gestire), ma soprattutto per enfatizzare sempre più la leva strategica rappresentata dal made in Italy in grado di garantire produzioni certificate, sostenibili e di elevata qualità.

 

Le più recenti stime di The Business of Fashion e McKinsey prevedono che “l’industria della moda globale (abbigliamento) subirà nel 2020 una contrazione del 27-30%, con la possibilità di tornare a una crescita compresa tra il 2% e il 4% nel 2021. Per i beni quali accessori, gioielli e beauty si stima una contrazione del 35-39%, con un possibile ritorno alla crescita tra l’1% e il 4% nel 2021”.

 

Non mancano però i motivi per un discreto ottimismo. Perché giungono segnali positivi dai Paesi fuori dall’Unione Europea, ai quali guardano gli operatori della filiera per riprendere le relazioni e far partire il rilancio. Secondo Confindustria Moda – Indagine Ottobre 2020, un certo dinamismo (in termini di ordini ricevuti) si segnala da parte di alcuni Paesi strategici ovvero Germania e Francia su tutti, quindi Cina, ma anche UK, Corea del Sud o USA.

 

Il futuro del bijou e dell’accessorio moda sarà quindi digitale o tradizionale? Sarin Block Bachmann, vice presidente del Reed Jewelry Group, ha registrato una notevole ripresa a giugno nell’ambito del commercio al dettaglio nel canale tradizionale. Louis Chan, dell’Hong Kong Trade Development Council rileva invece come il digitale, comprensivo di tecnologie legate all’automazione e all’intelligenza artificiale, sia sempre più vitale e necessario per l’intero comparto della gioielleria.

 

La parola chiave forse è flessibilità. Perché le soluzioni creative sono quelle vincenti e senza dubbio è nell’ibrido la risposta al futuro del segmento dell’accessorio moda e del bijou.