Milano Fashion&Jewels
22-25 febbraio 2025
fieramilano, Rho
L’industria della moda utilizza una quantità infinita di risorse per produrre enormi quantità di prodotti: si stima infatti che la produzione dell’intero settore si aggiri intorno ai 100/150 miliardi di capi di abbigliamento ogni anno.
La sovrapproduzione è un problema enorme del nostro settore, perché all’aumento dei volumi di produzione si è accompagnato, nel corso del tempo, un drastico abbassamento della qualità e della durevolezza dei prodotti. Compriamo di più, ma i capi durano di meno, e questa tendenza a utilizzare capi di abbigliamento per periodi sempre più brevi prima di gettarli via è il principale fattore che contribuisce a modelli insostenibili di consumo eccessivo.
Legato strettamente al tema della sovrapproduzione, di cui è la diretta conseguenza, vi è quello dell’enorme scarto di abbigliamento che produciamo.
Ecco alcuni dati:
Secondo le stime della Ellen Macarthur Foundation, oltre 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili vengono prodotte globalmente ogni anno…significa che, ogni secondo, un camion pieno di rifiuti tessili raggiunge un inceneritore o una discarica.
La sola Unione Europea genera ogni anno 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Di queste, quasi la metà (5,2 milioni di tonnellate) sono capi di abbigliamento e calzature. Si tratta, in media, di 12 kg di rifiuti tessili per persona, ogni anno.
Attualmente, solo il 22% dei rifiuti tessili post-consumo europei viene raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto viene incenerito o depositato in discarica.
Secondo i dati più recenti di ISPRA, in Italia i rifiuti tessili post-consumo (esclusi dunque i rifiuti industriali del comparto tessile) sono aumentati del +200% rispetto al 2010.
Una delle pratiche più in uso (e più impattanti) è l’esportazione dei rifiuti tessili: secondo uno studio della OR Foundation, nella sola capitale del Ghana, Accra, ogni settimana vengono scaricati circa 15 milioni di articoli di abbigliamento, frutto dello scarto dei paesi occidentali.
Oggi acquistiamo il 60% in più di capi di abbigliamento rispetto a 15 anni fa, ma li conserviamo solo per la metà del tempo.
Senza una vera transizione verso un’economia circolare, si prevede che l’industria della moda raggiungerà i 134 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno entro il 2030.